Se stai pagando l’assegno di mantenimento devi sapere di questa novità

Ci sono grosse novità sull’assegno di mantenimento. A fare chiarezza su numerosi punti sono stati i giudici della Corte di Cassazione. Ecco cosa hanno deciso.

Tutelare il diritto dei figli ad essere mantenuti, educati ed istruiti. Tutto ciò, indipendentemente dal rapporto dei genitori. È questa la ratio che si cela dietro l’assegno di mantenimento, misura stabilita unicamente dal Tribunale.

Genitori divorziati e figli, novità per l'assegno di mantenimento
Se stai pagando l’assegno di mantenimento devi sapere di questa novità – Unescocitiesmarathon.it

Si tratta, com’è noto, di una somma di denaro che uno dei due genitori divorziati o anche solo separati versa all’altro. La somma serve alle spese di cura e di crescita dei figli minori o maggiorenni non ancora autosufficienti. Come già accennato, è un giudice che deve fissare l’importo, la modalità di pagamento e la durata dell’assegno di mantenimento in sede di divorzio o separazione. Quando cioè i genitori non vivono più nella stessa casa.

Le ultime novità in merito alla materia dell’assegno di mantenimento in Italia provengono dalla Corte di Cassazione. La Suprema Corte nel solo mese di settembre 2025 ha emesso ben tre ordinanze destinate a cambiare il calcolo della somma dovuta. Si tratta dei provvedimenti 25403, 25421 e 25534. I giudici hanno fatto sì che venissero introdotti criteri realistici e flessibili, non più rigidamente legati ai redditi dei genitori.

Assegno di mantenimento, introdotta la bidimensionalità

Prima di tutto, è stato immesso nel calcolo il principio della bidimensionalità. Di cosa si tratta? Sostanzialmente, secondo il giudice il mantenimento deve avere due dimensioni. La prima consta nella relazione tra genitori e figli. Ovvero, tutti i figli hanno lo stesso diritto a essere assistiti ed educati, anche se i genitori non sono sposati. La seconda è il rapporto tra i due genitori.

È necessario che tutti e due contribuiscano in maniera proporzionale alle proprie capacità economiche e lavorative. Dunque, non per forza in egual misura. Ciò ne deriva che chi guadagna di più o ha più beni e risorse deve contribuire di più nell’assegno. Ma anche i lavori domestici e le cura devono avere un valore economico riconosciuto davanti alla legge.

Genitori divorziati e figli, novità sull'assegno di mantenimento
Assegno di mantenimento, introdotta la bidimensionalità – Unescocitiesmarathon.it

Gli Ermellini hanno messo nero su bianco cinque nuovi criteri per il calcolo della somma dovuta dai genitori. Criteri volti a superare, come detto, la rigidità del conteggio precedente che non teneva conto della realtà e dei bisogni familiari effettivi. Il primo parametro riguarda le attuali esigenze del figlio. Bisogna allora considerare l’età, la salute, la scuola, la vita sociale. Il secondo è il rispetto del tenore di vita che si conduceva quando i due genitori vivevano assieme.

Terzo: il tempo che il figlio trascorre con ciascun genitore. Se un bimbo o un ragazzo vive più tempo con il padre, sarà lui a sostenere la maggior parte delle spese dirette. Altro parametro sta nelle risorse complessive dei genitori. Vengono considerate da oggi, oltre allo stipendio, anche le rendite, i conti, gli investimenti e gli immobili di proprietà.

Cura dei figli, il lavoro domestico ha un valore economico per legge

Infine, il lavoro domestico acquisisce valore economico: si tratta del tempo e dell’impegno di un genitore che si occupa dei figli quotidianamente. L’obiettivo dei giudici è stato quello di focalizzarsi sul presente, e non sulle ipotesi future. Cadono perciò gli scenari per cui il padre o la madre potrebbero guadagnare maggiormente o trovare un lavoro. Prendono corpo al loro posto le evoluzioni prevedibili delle spese scolastiche o universitarie, ad esempio.

Un ultimo punto fondamentale è contenuto nella sentenza 25534 del 2025. Quando i figli crescono, automaticamente crescono le spese. Ciò giustifica l’aumento dell’assegno di mantenimento, e non c’è bisogno che chi lo chiede debba dimostrarlo davanti a un giudice. Si tratta di un fatto evidente che giustifica di fatto il rialzo della somma, anche se le condizioni economico-finanziarie dei genitori non sono cambiate.

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